Fewture Ex Gokin 44 Getter Dragon by Mazingetter

2013: Un Ex Gokin viene immesso sul mercato con puntualità! Basterebbe anche solo questa notizia a sottolineare l’eccezionalità dell’ultima proposta Ex Gokin di Fewture, il bellissimo Getter Dragon, rivisitazione (ma neanche più di tanto) lasciataci in eredità dal mai troppo compianto Taku Prof. Robo Sato del mecha principale dell’anime Getta Robo G, famosissima serie a doppia firma Go Nagai- Ken Ishikawa ormai risalente al lontano 1975. Come preannunciato dal luglio 2012 questa uscita precede quella dei (ci auguriamo altrettanto puntuali) rispettivi Getter 2 e 3 della stessa serie, vale a dire Lyger e Poseidon. Ma se per questi ultimi i pareri in materia relativamente al colpo d’occhio sono stati variamente discordanti, non si può negare come il Getter Dragon abbia in linea di massima messo un po’ tutti d’accordo sia sull’appeal estetico che, a quanto pare, finalmente anche sulla assoluta o quasi validità tecnica della realizzazione Fewture. Pronti ad ascoltare cosa penso del mio personalissimo modello dell’anno 2013? Vamos…..

La confezione
La tradizione si rinnova. In linea con le precedenti uscite della serie anche questo Ex Gokin è dotato di una doppia scatola. La più esterna, il classico brown box recante sulle superfici laterali nome e codice del modello, ha dimensioni di 54 x 40 x 19 cm. Al suo interno, assicurata da 8 solidi angolari in polistirolo, è contenuta, foderata da un bustone di plastica trasparente, la confezione vera e propria, delle misure di 50 x 34 x 12 cm. Come per tutti gli altri Ex Gokin, questa è dotata di una fascetta di cartoncino nero e lucido riportante sull’anteriore l’immagine della testa del robot divisa nelle due metà (la destra con mascherina e la sinistra senza a svelare l’aspetto “demoniaco” del mecha al di sotto di essa). Sfilata la fascetta nessuna novità, anche in questo caso come in passato sul tappo della scatola, in solido cartoncino rigido, sono raffigurati gli ingranaggi riprodotti all’interno del torace del modello ed il nome di quest’ultimo in basso (peraltro riportato anche sul laterale sinistro del coperchio stesso). 

Il contenuto
La scatola è interamente occupata da un ampio contenitore in polistirolo double face. Sul versante superiore, direttamente accessibile alla rimozione del coperchio, chiuso da un tappo anch’esso in polistirolo assicurato al contenitore stesso attraverso una ampia striscia di scotch, troviamo adagiati nei relativi alloggiamenti e forniti di bustina protettiva in plastica trasparente: il modello con pugni chiusi preapplicati, un paio di pugni forati, un paio di mani a dita estese, un paio di ali, la getter machine dragon, un paio di scuri ed un piccolo blister contenente la mascherina facciale, i 3 sigilli con i relativi kanji applicabili sulla schiena del robot, il generatore getter alloggiabile nel petto del modello ed un paio di tappi applicabili sulle sedi di inserzione delle ali qualora si voglia esporre il robot senza di esse. Sotto al suddetto blister è riposta una bustina trasparente contenente una vite per assicurare il modello allo stand espositivo ed un piccolo puntello di metallo che suppongo sia stato inserito per favorire la rimozione delle piccole parti (vedi i sigilli sulla schiena o il generatore getter) anche se le istruzioni non mi pare chiariscano le funzioni di quest’oggetto. Il lato inferiore del contenitore, anch’esso chiuso da un coperchio in polistirolo, da come al solito alloggiamento allo stand espositivo del modello (nonché al relativo braccio estensibile) ed a quello della Getter machine, del tutto simili a quelli sinora forniti in dotazione per tutti gli Ex Gokin e rivestiti da bustine di plastica trasparente. Tradizione confermata anche per le istruzioni, sintetizzate nell’apposito, spartano foglio formato A4 in bianco e nero stampato in fronte-retro ed adagiato all’interno di una bustina al di sopra del coperchio del vano superiore. Unica differenza rispetto al passato l’impiego di carta plastificata (capirai…. Ancora aspetto un libretto di istruzioni decente da Fewture).

Getter Dragon
E’ innegabile come anche solo all’apertura della scatola il modello trasmetta una sensazione di possenza che di rado mi è capitato di avvertire con altri toys. Ma non fermiamoci alle apparenze, sappiamo bene come le impressioni a pelle con i soggetti di questa serie siano state ampiamente disattese alla prova del campo con gambe staccate o tronchi spezzati a metà a tempo zero. Grazie al cielo stavolta non è così, afferrando il modello si avverte una solidità strutturale che mai in passato, neanche con il bellissimo Shin Getter 1, mi era capitato di percepire. Insomma, se un tempo c’era sempre il timore che qualcosa potesse rompersi da un momento all’altro, stavolta quando si afferra il robot si ha veramente la sensazione di un blocco monolitico estremamente solido. E nonostante l’impiego di una maggior quantità di plastica rispetto ad un tempo (dato non necessariamente negativo, anzi….) il peso del modello rimane ampiamente soddisfacente. Stiamo parlando infatti di un oggetto dell’altezza di circa 25 cm (26 all’apice degli speroni sulle spalle) per un peso di 960 grammi (con ali applicate). La verniciatura è veramente da oscar, non una minima imperfezione, dettagli minuziosi e senza minime sbavature. Se infatti in passato i soggetti di questa serie erano sempre risultati molto accurati sotto questo punto di vista non avevano mai mancato di presentare qualche seppur minima imperfezione che stavolta vi potete scordare nel senso che se davvero c’è un aspetto in cui questo Dragon eccelle è proprio la stesura uniforme ed accurata della vernice. Ad ulteriore conferma di quanto detto l’assenza di diversità cromatiche tra le metà anteriori e posteriori di gambe e cosce le quali, seppur composte da materiali diversi, non presentano differenze apprezzabili almeno ad occhio nudo. Per quanto concerne la composizione sono in metallo i piedi, la metà anteriore della gamba e la parte posteriore di questa al di sotto dell’inserto nero, la metà posteriore delle coscia, il bacino, la pettorina rossa, la schiena e gli avambracci. Sono invece in plastica la metà posteriore della gamba al di sopra dell’inserto nero, la metà anteriore della coscia, l’addome, le parti laterali azzurre del torace, le braccia, gli spallacci e la testa. La posabilità del modello è valida tanto quanto la verniciatura, pertanto assolutamente eccellente. L’uso di una quota maggiore (e peraltro di miglior qualità) seppur non eccessiva di plastica rispetto ai precedenti Ex Gokin, accanto ad una progettazione più oculata si è infatti tradotta in una notevole miglioria in termini di posabilità e di stabilità per il nostro Dragon. Come per i primi Getter anche in questo caso si è deciso di impiegare articolazioni in plastica, ma la sensazione è che effettivamente si tratti di materiale decisamente più solido ed affidabile di un tempo. Gli avampiedi sono flessibili (movimento ad attrito) mentre le caviglie, a scatto, hanno ampie escursioni laterali (due scatti sia all’interno che all’esterno). E’ davvero incredibile constatare una posabilità da action figure su un gigante di 25 cm da un Kg di peso. Le ginocchia sorprendono da questo punto di vista flettendosi quasi a 180 gradi con un sistema in due tempi (primi sei scatti fino al contatto della gamba con la coscia e poi altri 5 scatti con estrazione dell’articolazione dalla gamba). L’intero arto inferiore è ruotabile ad attrito di un buon novanta gradi in corrispondenza della pannellatura trasversale alta della coscia a livello dell’anca. Il vero neo dell’intero modello è probabilmente proprio l’anca la quale assicura certamente ampi movimenti di abduzione (circa 90 gradi) e di flesso-estensione (circa 70 gradi sia in avanti che indietro) della coscia ma è stata inspiegabilmente concepita come articolazione ad attrito e su un modello di questo peso restano pertanto forti dubbi su quella che potrà essere la tenutra dell’articolazione nel tempo. Il tronco è ruotabile al passaggio addome-bacino con un sistema ad attrito (escursione circa 120 gradi) ed è anche ben flessibile anteriormente al passaggio torace-addome con articolazione a scatto (2 scatti). Le spalle, ad attrito, possono essere flesse in avanti e sono ruotabili a 360 gradi senza che gli spallacci, data la loro elevata mobilità, ne ostacolino i movimenti. Anche l’avambraccio può essere ruotato longitudinalmente a 360 gradi rispetto al braccio. Bello lo snodo del gomito che si articola con il braccio con un sistema ad attrito (movimento fino a 90 gradi) flettendosi ulteriormente fino a quasi 180 gradi grazie al sistema a scatto (3 scatti) che lo collega all’avambraccio. Ampi pure i movimenti dei polsi anche se il perno di inserzione sull’avambraccio a seconda dell’angolazione da cui lo si vede risulta un po’ troppo evidente ed antiestetico. Il collo ha una doppia articolazione, una all’attacco con il torace e l’altra all’aggancio con la testa. Questo sistema consente buoni movimenti di flesso-estensione e totale libertà di rotazione della testa. A proposito della testa dimenticatevi l’instabilità delle mascherine facciali riportate per alcuni precedenti Ex Gokin in cui queste tendevano con il tempo a staccarsi spontaneamente e state sicuri che in questo caso, una volta applicata, la vostra mascherina non cadrà più. Dispiace invece che, se proprio dobbiamo trovare qualche difetto oltre a quello (per me il maggiore in assoluto) delle anche ad attrito, gli spin cutter sugli avambracci del robot, arma tipica del Getter Dragon nella serie anime, siano un attimo sottodimensionati ma soprattutto fissi e non ruotabili (avrei giurato fino all’ultimo momento che lo fossero). Gli accessori sono effettivamente minimi ma comunque ben realizzati. I tomahawk sono verniciati senza imperfezioni e realizzati con plastiche più rigide di quelle con cui erano state prodotte le asce del getter 1 (come tali inevitabilmente tendenti ad “ammosciarsi” con il tempo). Il manico si divide in due metà così da permetterne l’applicazione negli appositi pugni forati. Un altro aspetto sul quale si attendeva al varco Fewture era quello delle ali, cosa inevitabile dopo la tragicomica esperienza Shin Getter 1…. Anche sotto questo punto di vista promozione piena con lode: gli agganci alle spalle sono affidabili, gli occhielli di ancoraggio dei 3 elementi che le compongono risultano ben solidi e soprattutto non sono strati eccessivamente strinti con il conseguente rischio di spappolarli. Bello avere la possibilità di esporre il modello sia senza ali che con queste ultime raggruppate o aperte a ventaglio a seconda dei gusti personali.

Getter Machine Dragon
Veramente bella, cattiva e grande (lunga ben 14 cm). Come nel Dragon la verniciatura è curata fin nei minimi dettagli e così come nel robot Fewture ha cominciato ad aumentare anche per questa, il contenuto in plastica (e soppesandola ci se ne rende conto). Se infatti la metà superiore della navicella è stata realizzata in metallo, quella inferiore è interamente in plastica per un peso complessivo di 140 grammi. Poco male, non fosse che a differenza del modello in questo caso lo stacco metallo-plastica nella colorazione rossa si avverte ad occhio nudo piuttosto chiaramente. 

Lo stand espositivo
Niente di particolarmente nuovo sotto il sole da questo punto di vista. Lo stand per il robot è di fatto quello già proposto in passato per gli altri Ex Gokin, con asta regolabile in altezza (e possibilità di eventuali pose di volo) ed in posizione più o meno arretrata sulla basetta. Più solido, rispetto ad un tempo, l’aggancio con il robot, favorito da uno sportellino apribile sulla superficie posteriore del bacino del modello tale da permettere l’eventuale applicazione di una vite di sicurezza. Il grado di inclinazione del braccio di aggancio al modello è a sua volta regolabile. Lo stand per la getter machine è il solito presente nello Shin Getter 1, nel Getter Black repaint e nei Getter 1,2 e 3 repaint, ed ha un lato incavato accostabile alla basetta del robot in qualsiasi punto della sua circonferenza.

Concludiamo questa recensione (era da tanto che non ne scrivevo ma sinceramente questo modello ha riacceso il fuoco sotto la cenere…) con una promozione stavolta assolutamente meritata per Fewture. Questo gokin ha veramente molti lati positivi, dalla ottima verniciatura alla posabilità degna di una action figure, dallo sculpt non troppo stravolto rispetto alla controparte animata (a differenza dei suoi predecessori) all’elevata solidità garantita finalmente da un bilanciamento armonico e intelligente nell’impiego di metallo e plastica. Pochi, di fatto, sono i punti oscuri, primo tra tutti il dubbio che nel tempo una anca ad attrito possa garantire adeguata tenuta per un modello tanto pesante. Se piace il consiglio è assolutamente quello di portarlo a casa, ben tenendo presente che a tutto c’è un limite, anche alla passione, soprattutto a fronte delle cifre che (di base già alte) si stanno vedendo sparare attualmente. Come al solito cercate di trovare il giusto compromesso tra cuore e portafogli comunque consci del fatto che certamente, una volta in vostro possesso, il modello vi lascerà soddisfatti. A questo punto parte il conto alla rovescia per Ryger e Poseidon. Augurandomi che Fewture sia in grado di confermare la puntualità di uscita e l’attuale trend positivo anche per questi due soggetti vi saluto raccomandandovi di continuare a seguirci numerosi sulle pagine del nostro forum. A presto dal vostro Stefano-Mazingetter.

Mazingetter

(le foto sono state realizzate da SHIN)