Aprile 2009, sono passati ormai trentasette anni dalla comparsa sugli schermi tv del più famoso robot dell'animazione giapponese, Mazinga Z. Troppo tempo per non riproporre in chiave moderna con una serie anime nuova di zecca le gesta di Kabuto Koji e del robot da lui pilotato! Attualmente ancora in fase di trasmissione (siamo all'undicesimo episodio) sugli schermi di Tv Tokyo, Shin Mazinger Shougeki! Z Hen, si compone di 27 capitoli che dallo scorso aprile sino al prossimo novembre ci ripresenteranno, tra buoni e cattivi e più o meno rivisitati, moltissimi personaggi a noi noti come, oltre allo stesso Zeta, i vari Aphrodai A, Boss Borot, Great Mazinger, Garada K7, Doublas M2, Generale Nero e chi più ne ha più ne metta! Bandai non ha perso certo tempo di fronte all'occasione d'oro che gli si è posta davanti per poter sfornare l'ennesimo prodotto in grado di garantire, almeno in patria, entrate cospicue, e cioè una ennesima versione del Mazinger Z, in questo caso con fattezze ispirate a quelle che lo caratterizzano in questo nuovo anime. Stiamo parlando del gx-45, uscito alla fine dello scorso Maggio. E' la prima volta che un soc esce nel corso della serie animata che lo vede protagonista e non dopo la sua fine e già questo aspetto la dice molto lunga su come Bandai stia cercando di cavalcare la tigre sfruttando al massimo l'immenso spot che un anime rappresenta. A ulteriore riprova di quanto affermato sta il fatto che la stessa Bandai a breve farà uscire anche una nuova versione, rivisitata secondo l'aspetto che ha in questo nuovo cartone, del Pilder per la ormai defunta da tempo Soul Of Popynica, apportando leggere modifiche allo stampo del vecchio px-01 Hover Pilder. Al cospetto dell'ennesima speculazione mazinghiana mi ero alterato non poco riproponendomi di non cedere all'acquisto, ma le foto promozionali come sempre mi hanno fatto cambiare idea soprattutto perchè questo gx-45 rappresenta, come soc di nuova concezione, una vera e propria svolta epocale le cui prime avvisaglie tecniche c'erano state nel gx-44. In poche parole, il modello è estremamente semplice ma nel corso della recensione farà parlare molto di se per le interessantissime soluzioni tecniche che Bandai è riuscita a elaborare garantendo, accanto ad un cospicuo contenuto in metallo, una posabilità sinora mai vista in un giocattolo in metallo e prossima a quella di un ipersnodato Revoltech. Ma ho parlato sin troppo, procediamo con l'analisi del gx-45......
La scatola
Molto particolare e con un design un po' atipico per un soc, la scatola presenta dimensioni
molto limitate, dell'ordine di 22 x 20 x 9 cm. Sulla superficie anteriore è ritratto il nostro eroe in posa plastica con la grande scritta Mazinger Z di color rosso metallizzato posta in diagonale. Nell'angolo in alto a destra si trova il logo della serie anime mentre in basso, sempre a destra, accanto al logo Bandai, è attaccato l'adesivo color oro celebrativo del trentacinquennale della serie chogokin tamashii. Sul retro, intorno alla figura centrale del Mazinga, sono invece ritratti nei relativi riquadri, i vari (pochi) accessori che corredano il modello, secondo l'ormai consolidata tradizione Soul Of Chogokin.
Il contenuto
E' costituito da:
- l'abituale teca in polistirolo contenente il modello, debitamente protetto dalla solita bustina di plastica trasparente, da una stecca e da due fermi in polistirolo.
- due blister di plastica trasparente:
- nel primo prendono alloggio lo scrander scomposto nelle due ali, nella pinna dorsale e nel corpo centrale e il pilder.
- nel secondo sono contenuti la basetta espositiva con targhetta preapplicata, un'asta per le pose di volo o l'appoggio dello scrander a seconda delle preferenze espositive, due sostegni applicabili sull'asta (di cui uno per dare appoggio al Mazinga in volo ed uno per l'esposizione dello scrander separatamente dal robot), due paia di mani (uno chiuso a pugno e uno con dita aperte e piegate), un paio di avambracci con aggancio calamitato, un paio di sistemi a molla con aggancio calamitato per la simulazione del rocket punch e un paio di avambracci agganciabili a questi ultimi.
- il libretto illustrativo, semplice data la semplicità del modello, ma carino come elaborazione grafica e corredato di immagini tratte direttamente dall'anime.
Il modello
Partiamo come di consueto dai dati tecnici: altezza 16 cm, peso 340 grammi. Ciò che risalta subito è l'altezza molto limitata (poco più di un Revoltech), che a mio avviso rappresenta l'unico vero difetto del modello. Spero solo che tali dimensioni così contenute siano motivate dalla prossima produzione di una versione in scala del Great Mazinger con una posabilità analoga a questo Zeta. A fronte di tanta piccolezza ha del clamoroso un peso eccezionale, ben superiore, tanto per fare un esempio, a quello di uno 01r peraltro più alto di questo gx-45. D'altro canto l'estrema pesantezza del modello la si avverte non appena lo si estrae dal suo blister di polistirolo. In pratica è interamente in metallo, le uniche parti in plastica sono gli avambracci, la testa, le piastre pettorali (curiosamente già attaccate al modello a differenza dei vari gx-01 e 01r in cui devono essere applicate), una parte degli sportellini sulla parte superiore della faccia posteriore della gamba e i piedi, anche se per questi non ho capito il motivo di tale scelta (qualcuno ha ipotizzato che potendo essere esposto in posa di volo si sia scelto questo materiale per non mostrare i buchi delle viti che sarebbero state necessarie sulla pianta del piede se fosse stato in metallo). Il modello ha una cura della verniciatura davvero notevole, la testa è dettagliatissima anche nei particolari più piccoli, la vernice nera è uniforme e senza imperfezioni, lucidissima tanto da farmi disperare nel fare le foto cercando di evitare di vedermi riflesso sul robot. Decisamente bello il grigio di braccia e cosce (per fortuna hanno evitato oscene cromature) con sfumatura alle estremità ed effetto leggermente weathering. E fin qui nulla da dire, la recensione è scorsa via come per tutti i numerosi gokin che su queste pagine vengono analizzati. In realtà adesso arriva il bello: capitolo posabilità. Come anticipato in partenza questo modello rappresenta, signori miei, una vera e propria rivoluzione nella concezione anche dei gokin più semplici e (a differenza dei trasformabili-componibili) senza particolari esigenze tecniche, rivoluzione di cui l'ottimo gx-44 era stato il precursore. Il gx-45, grazie ad un innovativo sistema di snodi, presenta in corrispondenza degli arti inferiori una posabilità inimmaginabile fino a poco tempo fa per un modello in metallo. Le caviglie sono estraibili così come nel T28 Go ed hanno una notevole capacità di inclinarsi. Se però nel gx-44 questa innovazione era stata parzialmente vanificata dalle modeste possibilità di escursione laterale a livello delle anche, in questo caso la si è ottimizzata dando l'opportunità al nostro Mazinga di allargare le cosce a 180 gradi grazie ad un sistema di due snodi a sfera ad attrito estraibili che molto ricordano quelli dei Revoltech. Questi, una volta estratti, sono effettivamente bruttini da vedersi (e questa è una delle principali critiche che sono state mosse), ma bisogna tener presente che il loro scopo è quello di dare posabilità al modello e che in posa plastica non li si nota neanche più di tanto. Ed ecco che il vostro Mazinga sarà in grado di simulare lo sparo del rocket punch stando in ginocchio (anche grazie allo snodo a scatto del ginocchio, dotato dei famosi sportellini sulla faccia postero-superiore della gamba direttamente ereditati dal precedente gx) o di mantenere ben piantati per terra i piedi poggiando l'intera pianta pur allargando a dismisura le gambe. Il tronco ruota sul bacino e il torace, come nel gx-07, ha la possibilità di inclinarsi posteriormente rispetto all'addome così da meglio simulare la posa del breast fire. In più, in questo gokin, è stata aggiunta la possibilità di un lieve movimento di basculamento laterale del torace stesso sull'addome. Le spalle, a scatto, si muovono liberamente in abduzione ed in rotazione ed i gomiti, concepiti sulla falsariga di quelli del T28 Go, si flettono a più di 90 gradi. In questo caso si è ovviato alla bruttura dell'articolazione scoperta nelle flessioni estreme (difetto veramente inguardabile nel gx-44) con una piastrellina svincolata dall'avambraccio che nella flessione resta ferma in sede coprendo parzialmente l'articolazione. Anche questo aspetto è stato molto criticato, ma sinceramente dal vivo il risultato estetico non è poi così brutto. Ho invece dovuto constatare una certa lassità in rotazione dell'avambraccio rispetto al braccio con tendenza del primo a girarsi in basso con una certa facilità. Il difetto è veniale e facilmente neutralizzabile con un O Ring o un piccolo spessore di cellophane. Belli i polsi, le mani hanno una notevole libertà di movimento e diflessione a questo livello, anche se come al solito sono poche (solo 2 paia!!). Bellissimo il collo, realizzato con due snodi separati, uno all'attacco col torace e l'altro all'attacco con la testa. Tutto questo per consentire al modello di posizionare il capo nelle pose di volo in modo più naturale rispetto a precedenti modelli come lo 02r che pur estendendo maggiormente il collo sul tronco, mantenevano un assetto innaturale con la testa che guardava costantemente in basso per l'assenza di uno snodo collo-testa che consentisse movimenti di estensione di quest'ultima.Dispiace che la testa non si estenda quei 2 o 3 mm in più che avrebbero reso la posizione di quest'ultima assolutamente perfetta nella posa in volo. A proposito di posa di volo mi viene spontanea una considerazione: finalmente, dopo 45 gx, alla Bandai è venuto in mente di concepire uno stand per supportare questo tipo di esposizione, anche se è paradossale il fatto che si siano decisi a farlo forse con il modello meno opportuno visto che "castigare" con una posa così questo snodatissimo Mazinga è veramente un peccato! Il pilder è carino e finalmente è stato concepito con ali pieghevoli a differenza dei vecchi gx-01 nelle loro varie riedizioni in cui il modello era corredato di una versione con ali aperte non pieghevoli e di una con ali già piegate per l'aggancio alla testa. Una chicca il dettaglio della calottina azzurra traslucida. Un vero peccato che l'aggancio alla testa sia un po' "molle" e debba essere sempre riposizionato quando si cambia posa al gokin. Lo scrander è bello, con una apertura alare apparentemente più ampia dei precedenti scrander, ma non è esente da pecche, a partire da una certa lassità per cui la cintura tende ad aprirsi un po' troppo facilmente manipolando il modello e inoltre presenta piccoli segni di distacco dalle sprue sui margini delle ali. Non mi piace molto il fatto che per posizionare le ali negli assetti di aggancio e di volo le si debba staccare ed invertire, da questo punto di vista avrei preferito un sistema con ali mobili come quello degli scrander dei precedenti Zeta. Carini invece i propulsori mobili a lato del corpo dello scrander.C'è anche una curiosità: il modello dovrebbe essere normalmente corredato da un gift separato dalla confezione costituito da un paio di guanti bianchi e da un pannetto per la manipolazione e la pulizia del modello. Molti (io compreso), non hanno ricevuto questo gift tanto che si diceva che solo la versione giapponese del modello ne sarebbe corredata, voce smentita peraltro dal fatto che alcuni ragazzi che hanno acquitato il gx-45 direttamente ad HK hanno ricevuto il loro gift regolarmente. Come al solito, sia a livello di fornitori che di venditori c'è chi fa il furbo, testimonianza ne è il fatto che attualmente sul sito di aste online maggiormente conosciuto in Italia può essere facilmente trovata più di un'asta per la vendita di questo oggetto (la storia mi ricorda tanto una certa machine gun Fewture venduta col getter 3....). A questo punto la domanda sorge spontanea: ma Bandai non avrebbe potuto risparmiarci almeno queste speculazioni includendo il gift direttamente all'interno della scatola?Passiamo alle considerazioni conclusive: cosa devo dirvi? Compratelo assolutissimamente, è un modello con un rapporto qualità-prezzo eccezionale che come detto ha nella sola altezza l'unico vero difetto (gli altri sono per me robetta veniale). Con questo gokin non comprerete solo un bel modello ma anche quello che a tutti gli effetti potrebbe rappresentare il capostipite di una nuova generazione di giocattoli ipersnodati in grado di fare la gioia sia degli amanti del metallo che di quelli della tecnica costruttiva e della posabilità. Prezzo consigliato 70-80 euro spedizione inclusa, non oltre perchè alle suddette cifre ora come ora lo si riesce ancora a trovare con relativa facilità. Chiudo definitivamente con un piccolo scoop dell'ultima ora: sembra che Bandai produrrà una versione trasformabile di questo modello per permettere la conversione del Mazinga nel big bang punch, l'arma definitiva che il robot userebbe al termine della serie, facendolo uscire come gx-49 o, come penso io, col codice gx-45r (in quest'ultimo caso si mormora che il modello dovrebbe uscire intorno a settembre e sarebbe venduto come esclusiva Tamashii solo direttamente dal sito stesso). Una bella vigliaccata il fatto che questo annuncio salti fuori subito dopo l'uscita del gx-45 visto che, anche se probabilmente avrei continuato a preferire quest'ultimo, come tutti i collezionisti avrei comunque gradito avere la possibilità di scegliere tra le due differenti versioni, cosa che la stessa Bandai ci aveva molto più correttamente permesso di fare con il gx-44 e il gx-44s. Altro, al momento non è dato sapere, vedremo che cosa ci riserverà il futuro in tal senso. Un caro saluto a tutti voi dal Cava Stefano
Mazingetter
(le foto sono state realizzate dall'autore dell' articolo).