Scusate il ritardo……cari amici di Japanrobot, dopo anni dalla sua uscita, finalmente Vi proponiamo la recensione della mitica corazzata spaziale Yamato prodotta dalla Bandai nell’anno 2000. Prima di cominciare la descrizione del modello è doveroso, data l’importanza della serie, fare un’introduzione storica sulla serie creata dal maestro Leiji Matsumoto.
Star Blazers (Uchū Senkan Yamato, letteralmente "Corazzata Spaziale Yamato") è il primo anime di fantascienza di Leiji Matsumoto, nonché uno dei capisaldi del genere con all’attivo ben tre serie televisive, quattro film cinematografici ed uno speciale per la televisione. Star Blazers fu trasmesso per la prima volta in italiano nel novembre 1980 dalla Televisione svizzera di lingua italiana. Si trattava della versione prodotta e distribuita negli Stati Uniti, realizzata assemblando le prime due stagioni e modificando i nomi dei personaggi per adattarli alla lingua anglosassone: troviamo così nell’equipaggio i nomi di Derek Wildstar, Mark Venture o Alex Stardust, mentre l'astronave Yamato viene chiamata Argo. Neanche due anni più tardi, il cartoon riapparve su Rete 4, mantenendo inalterati il titolo e le manomissioni ma incorporando le avventure della terza serie. La serie è stata anche riproposta in Italia con il titolo "I guerrieri delle stelle".
Prima serie, (26 episodi, 1974): Corre l'anno 2199; la Terra, attaccata dagli abitanti del pianeta ostile Gamilon al comando del Supremo Desslock, è un deserto radioattivo e l'intera popolazione terrestre è costretta a rifugiarsi nel sottosuolo. L'unica speranza per l'umanità, consiste nel raggiungere il pianeta Iskandar e recuperare il Cosmo Cleaner, un meccanismo in grado di eliminare la radioattività. Come mezzo di trasporto per questo viaggio viene scelta la mitica corazzata della seconda guerra mondiale Yamato, che giaceva incagliata in un mare ormai prosciugato. La Yamato viene trasformata, quindi, in una nave spaziale e dotata di un equipaggio di 117 uomini, guidati dall'esperto capitano Okita.
Seconda serie, Seconda serie (26 episodi, 1978): Anno 2201; sulla Terra si respira aria di pace e serenità. Una nuova classe di astronavi, denominate Andromeda, prende il posto delle vecchie navi e la Yamato viene mestamente destinata allo smantellamento. Ma un giorno, una voce femminile aliena avverte i terrestri dell'esistenza di una gigantesca cometa bianca che minaccia il loro pianeta. Ancora una volta, sarà la Yamato a dover difendere la Terra dalla nuova minaccia dell'Impero della Cometa.
Terza serie, Terza serie (25 episodi, 1981): un improvviso aumento di calore del Sole, dovuto ad un conflitto bellico (mostrato in uno dei film) ai confini del sistema solare renderà, presto, la Terrà inabitabile. L'equipaggio della Yamato, quindi, parte alla ricerca di un nuovo pianeta che possa accogliere i terrestri; la serie doveva essere di 52 episodi e far maggior presa sul pubblico americano dando alla Yamato una nave "sorella", l'Arizona, anch'essa affondata nella Seconda Guerra Mondiale, ma problemi insorti tra Matsumoto ed il produttore, Nishizaki, portarono ad una conclusione affrettata. Come Gamilon era reminiscente degli Stati Uniti (oltre che ovviamente del Terzo Reich), così la Federazione di Polar era ispirata al modello Russo.
BPX - 01
La serie è SOUL OF POPYNICA con codice BPX-01, si pensava che Bandai avesse cominciato una nuova produzione completamente dedicata alle astronavi, ma purtroppo dopo l’uscita di questo modello non fu prodotto più nulla. La scatola non è molto grande, all’interno troviamo la Yamato in un contenitore di polistirolo, accanto una scatolina con all’interno delle griglie per l’assemblaggio di alcune parti della nave, lo stand espositivo, 5 caccia, Cosmo 0, Black Tiger, Cosmo Tiger 2, e per finire un mini kit per costruire il Cosmo Cleaner da posizionare sul display stand. Nella confezione è presente un libretto illustrato che mostra tutte le funzioni del modellino e i pochi procedimenti per il montaggio delle varie parti sopraccitate.
La Yamato è lunga 42 centimetri, è costruita quasi totalmente in plastica, le uniche parti in metallo sono le 5 batterie di cannoni poste sul ponte della nave, il fumaiolo centrale ed il reattore principale dei motori. Questo però non vuol dire che il modellino non goda di ottime rifiniture, esteticamente è molto bello e non presenta imperfezioni di nessun genere. La verniciatura è stata leggermente sfumata in corrispondenza delle pennellature incise sullo scafo della nave, in questo modo si è tolto l’effetto “piatto” che una colorazione liscia avrebbe dato all’intero lavoro.
La Bandai ha dotato questa astronave di luci, suoni, aperture di vani e movimenti per le batterie di fuoco, ma andiamo con ordine. Sul lato destro della Yamato sono posti 7 tasti, 3 in prossimità della prua e 4 nella parte centrale quasi a livello chiglia, questi pulsanti servono per riprodurre i suoni e le accensioni delle luci. Sempre sulla fiancata destra, trovano alloggio anche due rotelline, queste ultime servono a dare il movimento alle batterie di cannoni del ponte centrale ed a quelle più piccole laterali. Entriamo nel dettaglio delle singole funzioni partendo dai tasti a prua. Premendo il primo si avrà la riproduzione di suono con relativa illuminazione del cannone ad onde moventi, arma usata per dare il colpo definitivo ai nemici nella serie animata. Il suono riproduce la fase di caricamento fino all’esplosione del colpo, la luce parte contemporaneamente e va ad intermittenza nella prima fase, finendo con il massimo bagliore in quella finale dell’esplosione, il tutto ha una durata di circa 14 secondi. Il secondo ed il terzo tasto riproducono il rumore delle batterie di cannoni centrali e laterali al momento dello sparo, il primo ha una durata di 8 secondi, mentre l’ultimo è di soli 3. Passiamo ora ai tasti della parte centrale della nave…con la pressione del primo si otterrà il suono del movimento della Yamato, durata 6 secondi. Pigiando il secondo si accenderanno le luci dei tre motori con relativo suono di accensione, il tutto rimarrà udibile/visibile per 7 secondi circa. Terzo e quarto tasto sono dedicati ai suoni e luci degli allarmi di apertura hangar per uscita caccia e per allarme ponte di comando, rispettivamente della durata di 5 e 6 secondi, tutti questi suoni sono l’esatta riproduzione di quelli usati nella serie tv. Sulla nostra Yamato ci sono anche parti apribili che mostrano la riproduzione di alcuni interni della nave. Mediante pressione di un piccolo tasto a prua, lato destro, si apre un portello sul lato sinistro, la sua apertura permette la visone dell’alloggiamento missili e dei particolari meccanici del cannone ad onde moventi con relativo pistone per lo sparo, il movimento di unione è comandato da un cupolino posto sul ponte del modello. Sotto alla chiglia troviamo invece due portelli apribili per l’uscita dei caccia da combattimento Cosmo Tiger, mentre sulla fiancata posteriore sinistra abbiamo l’apertura per visione hangar, dove è addirittura possibile alloggiare i piccoli aerei in dotazione. Subito in fianco è posizionato il pannello che permette di guardare il dettaglio del motore della Yamato, può anche essere fatto ruotare grazie all’abbassamento di una delle due piste di lancio caccia. Per concludere la serie di pannelli apribili Bandai a ricavato un’apertura per contenere uno dei Cosmo Tiger, questo è posto sulla fiancata sinistra del modellino, più o meno al centro della struttura che ospita la torre di comando ed il fumaiolo centrale. Piccola nota per quest’ultimo, esso è dotato di una piccola leva sulla parte destra, alzandola usciranno i missili nascosti al suo interno. Come ultima sorpresa “dinamica” c’è la fuoriuscita delle ali laterali, la loro apertura avviene a scatto, il comando è posto sotto alla chiglia della nave “mimetizzato” in una delle sporgenze della struttura dello scafo. L’ultimo passaggio della recensione è dedicato al display stand, esso è composto da due sostegni dove poter collocare la Yamato, nella parte inferiore troviamo il Cosmo Cleaner ed una piccola piattaforma con tanto di targhetta nominativa del modello, su di essa è possibile esporre i caccia Cosmo Tiger in formazione completa. Lo stand occupa un discreto spazio, la sua lunghezza è di 23 centimetri ed eleva da terra la Yamato ad un’altezza di circa 10.
Sicuramente la Bandai ha fatto un buonissimo lavoro con questa riproduzione della mitica Corazzata Yamato, ogni dettaglio è al proprio posto ed il livello di fedeltà con la controparte televisiva è veramente perfetto. La cosa che però mi fa storcere il naso è la scelta fatta dai progettisti Bandai, si è voluto, visivamente parlando, “spaccare” in due parti distinte il modellino. Il lato destro è praticamente quello operativo, dove trovano alloggio quasi tutti i pulsanti e comandi di rotazione, mentre il lato sinistro è decisamente quello espositivo. Proprio questa scelta secondo me penalizza la bontà della realizzazione, i tasti messi in bell’evidenza sulla fiancata destra non sono il massimo in termini di estetica, certamente si sarebbe potuto pensare a ben altra posizione, magari sotto la chiglia della nave lasciando così la libertà di decidere su quale lato esporre la Yamato. Nonostante questa piccola critica, reputo il modellino Bandai sicuramente una delle migliori realizzazioni presenti sul mercato della Corazzata Spaziale Yamato. Proprio negli ultimi anni la Bandai ha superato se stessa realizzando un mastodontico kit dedicato a questa bellissima astronave. Pensate che una volta terminato l’assemblaggio ci si trova davanti ad una Yamato di circa 80 centimetri di lunghezza, con tanto di telecomando per movimenti, suoni e luci di cui è stata dotata questa meraviglia, qui però entriamo in un campo completamente diverso……..alla prossima recensione, Paolo MK2.
PaoloMK2
(le foto sono state realizzate dall'autore dell' articolo).