E visto che non c'è 2 senza 3 ecco che ad inizio ottobre 2009 Bandai torna a propinarci una
terza riproposizione di un modello prodotto a partire dallo stampo del gx-45 Mazinger Z nel giro di appena 4 mesi. Se a fine maggio era infatti stato lanciato sul mercato il suddetto Zeta, ad appena tre mesi di distanza lo stampo del modello era stato riutilizzato per forgiare il gx-47 Energer Z, uguale strutturalmente per il 95% al gx-45 stesso. Evidentemente la politica del massimo guadagno con il mimimo sforzo non aveva dato ancora sufficienti frutti così da indurre Bandai a produrre un terzo modello dal punto di vista strutturale uguale al 100% al Mazinger uscito a maggio, stiamo parlando dell'oggetto di questa recensione, il Mazinger Z Atami Night, commercializzato in occasione dell'ultimo Tamashii Nation autunnale tenutosi nei primi giorni di ottobre u.s.e prodotto, come tutti i Soul Of Chogokin abbinati a questa manifestazione, in tiratura limitata (peraltro rigorosamente ignota come tutti i modelli supposti limited di Bandai). Il gokin ha una colorazione molto particolare che richiama l'aspetto del robot in un passaggio del quinto episodio della recente serie Shin Mazinger Shougeki! Z Hen, nel corso del quale affronta, dopo aver distrutto il Garada K7, la bestia meccanica Doublas M2 in un combattimento notturno nella città di Atami spazzando via l'avversario grazie al suo potentissimo Breast Fire, da cui il nome del modello. Fatte le consuete, doverose premesse, procediamo all'analisi di questo ennesimo Mazinga Z Bandai......
LA SCATOLA:
Decisamente bella e particolare, diversa dalle solite scatole dei soc, come avviene da tradizione Bandai un po' per tutti i chogokin prodotti in occasione del Tamashii Nation. E' raffigurata su di essa proprio un'immagine panoramica notturna della città marittima di Atami (che peraltro ricorda neanche troppo lontanamente il golfo di Napoli) sconvolta da un'esplosione. Nell'angolo in alto a destra è riportato il logo della serie anime ed in altro a sinistra abbiamo invece il logo relativo alla edizione autunnale della fiera. Sul retro la scatola è totalmente nera fatta eccezione per il logo Tamashii Nations Autumn 2009, riportato anche qui a chiare lettere nell'angolo in alto a sinistra. E' molto piccola (22 x 20 x 6 cm).
IL CONTENUTO:
Molto modesto, anche in questo caso Bandai non è voluta venir meno alla tradizione che vede i gokin firmati Tamashii Nation scarsamente accessoriati ed essenziali nella loro semplicità. In sostanza abbiamo:
- Il contenitore in polistirolo in cui, all'interno della bustina di plastica trasparente è adagiato, con piastre pettorali già applicate, il nostro bel Mazinga Z, peraltro assicurato nella sua sede da una stecchetta a livello delle gambe e due fermi in corrispondenza delle spalle, anch'essi ovviamente in polistirolo.
- Un blister di plastica trasparente contenente: due paia di mani (due chiuse a pugno e due con dita aperte e piegate), due avambracci con attacco calamitato, due sistemi sparanti per la simulazione del rocket punch e i relativi avambracci su di essi applicabili, l'Hover Pilder con ali pieghevoli, una testa intercambiabile molto particolare, formata per metà dal volto di Koji e per l'altra metà dalla testa del Mazinga stesso (il cui scopo è quello di riprodurre anche in questo caso uno specifico passaggio dell'anime, cosa di cui parleremo successivamente).
- Un secondo blister in plastica peraltro senza coperchio (in pratica gli fa da coperchio il primo blister) con all'interno la sola basetta espositiva (rigorosamente riciclata dal gx-45).
- Il libretto illustrativo, semplice ed assenziale, costituito praticamente da un foglio A4 piegato in due e con illustrazioni in bianco e nero.
IL MODELLO:
Direi che mi è venuto a noia continuare a ripetervi le caratteristiche strutturali in termini di soluzioni tecniche e posabilità di un oggetto analogo a modelli che ho già recensito, per cui non mi dilungherò da questo punto di vista rimandandovi direttamente alle recensioni di gx-45 e gx-47 e limitandomi a dirvi che il modello è posabilissimo e che, a differenza del gx-45, non ha il brutto difetto degli avambracci eccessivamente ballerini in rotazione. Altezza e peso sono anch'essi analoghi ovviamente (16 cm per 340 grammi) dati gli analoghi materiali che lo compongono (di plastica sono solo piedi, avambracci e testa). L'aspetto che veramente differenzia questo gokin rispetto ai suoi fratelli e cugini infatti è un altro, e cioè il tipo di verniciatura impiegato, del tutto particolare. Il nero non è uniforme come quello del gx-45, ma è metallizzato grazie alla presenza nella vernice di minuscoli brillantini che gli conferiscono questo aspetto decisamente particolare.Le parti chiare sono state invece totalmente cromate praticamente proponendo una versione aggiornata del famoso 01rb. La cromatura completa, aspetto difficilmente gestibile dal punto di vista fotografico, è peraltro più apprezzabile della via di mezzo cromo-satinato in passato usata da Bandai in modelli come lo 01r, lo 02r e lo 04s in cui le cosce e le braccia cromate venivano abbinate ad un addome satinato con risultato estetico discutibile. Premesso che non amo le cromature personalmente trovo auspicabile una uniformità cromatica che in questo caso,fortunatamente, è stata impiegata. Il vero tocco di classe che rende davvero particolare il modello però secodo me sono le piastre pettorali traslucide con bene evidenti gli elementi in fase di attivazione. Se a queste aggiungiamo gli occhi e gli spazi della grata sulla bocca verniciati di rosso otteniamo un risultato cromaticamente stupendo che conferisce al nostro Mazinga un aspetto davvero cattivo e demoniaco peraltro rimarcato dalla bellissima colorazione rosso scuro metallizzata del pilder (dotato di calottina trasparente e traslucida). Niente da dire, le soluzioni impiegate almeno per quanto riguarda la verniciatura, sono state assolutamente azzeccate. Personalmente non ho riscontrato particolari difetti nella colorazione del mio esemplare salvo un microscopico segno su di un braccio. Ho però dovuto constatare con mio grande disappunto come una delle peculiarità che il modello presentava in fase di presentazione, prima cioè che venisse immesso in commercio, sia stata eliminata nel gokin definitivo. Sto
parlando della particolarissima sfumatura bianco-grigia alle estremità di cosce e braccia che si era vista inizialmente e di cui non vi è traccia nel modello. Un vero peccato, perchè secondo me avrebbe aggiunto quel qualcosa in più ad un toy che già per come è stato realizzato attira molto l'attenzione dell'osservatore. Riguardo agli accessori c'è ben poco da dire, pochi sono e poche sono le parole da spendere; solo due paia di mani, il solito sistema sparante che francamente ha fatto il suo tempo e che personalmente non ho mai impiegato in nessuno dei miei Zeta e la particolarità di una testa in pieno stile Ashura, costituita cioè da due metà diverse (in parte quella di Koji e in parte quella dello Zeta stesso). Questo accessorio si riconduce ad un preciso passaggio in cui il Mazinga Z, in una specie di stato di berserk scatenato in Koji dal dolore per la morte del nonno, allunga la mano per afferrare e stritolare il barone Ashura. Nell'anime, in quel momento, come potete vedere anche nell'immagine a corredo della recensione, la testa del robot è formata dalle due metà così come nell'accessorio in dotazione al modello a simboleggiare la simbiosi uomo-macchina in quello specifico momento di furia incontrollabile. L'accessorio quindi come tale è particolare e anche ben curato nella verniciatura (a differenza della testa normale con corna gialle l'unico corno in questo caso è dorato) ma lascia sinceramente il tempo che trova e non so in quanti avranno il coraggio di esporre il modello con applicato quel capoccione di dubbio gusto...
IN CONCLUSIONE:
In poche parole è uno sifzietto, un oggettino cioè da acquistare se si hanno già altri Zeta, ma non certo il primo da possedere, anche perchè questo sfizietto non è così economico complice la politica di speculazione dei soliti venditori nostrani e non che in misura variabile hanno fatto saccheggiare dagli emissari di turno i banchetti del Tamashii Nation (dove il modello era acquistabile a una cifra ridicola) per rivendere a prezzi ben maggiorati. Attualmente tra 110 e 120euro tutto compreso all'estero è ancora reperibile. Il consiglio, se davvero lo volete è quindi di cercare di portarsene alla svelta uno a casa più che altro perchè temo che faccia la fine dello 01r+ (anche se per quest'ultimo i prezzi erano ben più alti sin dall'inizio), cosa peraltro difficile da prevedere dal momento che l'altro gokin abbinato al Tamashii Nation (il gx-24n) non ha subìto questa lievitazione di prezzi. Però ripeto, per me è un oggetto che ha senso in una collezione avviata, per chi si trova ancora agli inizi personalmente trovo che prima di esso sia più giusto far entrare in vetrina i vari gx-01 (o gx-01r) e anche lo stesso gx-45 (o gx-49), cosa che peraltro comporta anche un minor sacrifico economico. Un salutone e a presto risentirci da Stefano
Mazingetter
(le foto sono state realizzate dall'autore dell' articolo).