Come per tutti gli altri Gold Saint, anche Aries Mu si ritrova all’improvviso ancora in vita nelle fredde terre di Asgard. Perché tutto questo? Perché Bandai spreme come un limone i suoi personaggi più famosi? Perché ne sono usciti dei prodotti molto buoni dal punto di vista estetico (meno da quello pratico).
Partiamo innanzitutto dall’object: il frame a cui vanno attaccati i pezzi della cloth per renderlo il simbolo dell’Ariete.
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Innanzitutto va fatto notare che l’intera struttura va smontata e sono tanti tanti pezzi. Ogni parte trova un suo alloggiamento preciso e stabile (ci tengo a farlo notare, stabile), quindi il tutto viene riassemblato ed abbiamo l’object dell’ariete divino, in tutta la sua maestosità. Anche in questo caso è necessario un piccolo display stand incluso nella confezione per reggere la struttura, ma stavolta regge e ingombra pochissimo.
Dopo avere ammirato l’object in ogni suo aspetto ho proceduto con l’assemblare il cloth sul personaggio, inizialmente senza ali e capelli lunghi, per mostrare per bene che anche il retro dell’armatura è molto curato. Quindi sono passato al montaggio completo e… miracolo! Il myth sta in piedi da solo! Ovviamente a causa del peso non offre molta posabilità, ma le ali sono più leggere di quelle di Sagittarius e si può tentare qualcosa a effetto. Per mostrare qualcosa di più estremo del solito ho provato a utilizzare il famigerato God Stand, ma mi sono trovato nell’impossibilità di fruirne perché dovendo passare sotto i capelli lunghi del personaggio poi non si riusciva a cingergli strettamente la vita. Quindi ho ovviato utilizzando le braccia e un minimo divaricamento delle gambe. L’operazione, coadiuvata dal cambio volto (il personaggio ne possiede cinque, tutti mostrati) e dal cambio mani, la ritengo un discreto successo.
Non sarà mai un personaggio dalla grande posabilità, ma certamente catturerà l’attenzione in vetrina.