A.D. 2307: ormai esauriti da tempo i combustibili fossili, l’umanità è stata costretta a ricercare fonti alternative e rinnovabili d’energia. Tramite uno fantascientifico accumulatore orbitale, si è riusciti a scacciare l’incubo della crisi energetica planetaria incanalando sulla Terra l’energia pura e infinita del Sole. Tuttavia, l’umanità è ben lungi dall’essere libera dalle tensioni e dai giochi di potere, dal momento che persiste una vera e propria guerra fredda tra le tre superpotenze che gestiscono il dominio energetico e politico, l’Union, l’Alleanza e l’AEU. In un clima di corsa agli armamenti e di continui disagi e discriminazioni nel mondo, si palesano così le azioni di una milizia privata indipendente, i Celestial Beings, che con l’ausilio dei loro potentissimi mobile suit intendono muovere guerra alle… guerre, estirpando ogni conflitto alla radice con un’azione bellica. Questa è, in buona sostanza, la trama portante di una delle ultime saghe gundamiche in ordine di tempo, ovvero “Mobile Suite Gundam 00”, serie TV Sunrise divisa in due stagioni trasmesse per la prima volta in Giappone tra il 2007 e il 2009, e dopo due anni ancora non disponibile ufficialmente in Italia. E’ stata comunque una serie piuttosto controversa, non certo dal punto di vista tecnico (è stata infatti realizzata facendo largo uso di tecnologie all’avanguardia, tra l’altro ben integrate con il disegno più tradizionale), ma probabilmente personaggi, alcuni discutibili tratti della trama e un appeal forse “poco real robot” di certi scontri hanno un po’ diviso critica e fans, come solo Gundam sa fare… Ma lascio queste disquisizioni a chi è più ferrato di me in materia, e ci vuole poco.
Qui si parla dello 00 Gundam presente per l’appunto in questa saga, pilotato da Setsuna F. Seisei, membro dei Celestial Beings, comprensivo anche del particolare equipaggiamento che caratterizza la variation “Seven Sword”, che non appare nell’anime. Grande elemento di interesse e novità è la linea e a cui appartiene questo Gundam, ovvero la neonata Metal Build di Bandai, di cui il modello è anche capostipite. Si potrebbe discutere sull’opportunità di aprire un’ennesima linea dedicata alle innumerevoli reincarnazioni di questo mecha, ma bisogna ammettere che il prodotto è decisamente meritevole ed è qualcosa di più curato di un Gundam Fix Figuration Metal Composite, linea a cui più si avvicina per scala e materiali utilizzati. Quel riferimento al metallo, se ve lo state chiedendo, non vi deve far pensare ad un chogokin pieno di zama, anche se la presenza di leghe metalliche è senz’altro interessante; e quel “build” non vi deve far pensare alla presenza di particolari parti da montare, se non agli accessori di corredo. E’ considerabile, ora come ora, una evoluzione dei GFFMC (che tuttavia a loro volta rispondono con il bellissimo RX 78-2 “The Origin”, un altro gioiello) , ma saggeremo la bontà di questa affermazione nei prossimi mesi o anni, quando si concretizzeranno i prossimi sforzi dei vulcanici progettisti Bandai.
LA CONFEZIONE
Elegante e decisamente tirata a lucido, si sviluppa in altezza misurando 26,5 x 38 x 10 cm. Il design è relativamente semplice nella parte frontale, con il Gundam ovviamente in modalità “Seven Swords” che si erge con fierezza a pugni chiusi, mentre il retro è ricchissimo di dettagli tecnici, infatti Bandai ci tiene a farci notare, con le relative foto a corredo, come il suo modello sia: dotato di un alto livello di dettaglio e marking; costruito con materiale “ibrido” (vedi in seguito); ricco di metallo; estremamente posabile. Più sotto anche le immagini prima e dopo aver equipaggiato il mecha con il suo arsenale.
IL CONTENUTO
Lungo e largo come la confezione, l’alloggiamento in polistirolo contiene i componenti principali (Gundam e spade), tutti avvolti nei rispettivi sacchetti si plastica. Per la precisione:
- Gundam 00
- 2 GN Sabers, divise tra lame ed else
- 2 GN Swords, una corta, l’altra lunga e l’elemento per unirle
- 2 GN Katars
- 1 Buster Sword
In un blister di plastica posto sotto il polistirolo troverete:
- 4 paia di mani addizionali (in totale 5 paia: pugno chiuso, mano aperta, e le altre mani dedicate a diverse impugnature)
- 5 elementi che interagiscono a vario titolo con le spade
- 2 ginocchiere bianche e spoglie, alternative a quelle armate di Katars
- 3 elementi per creare un piccolo stand trasparente
- 4 elementi per creare lo stand principale estendibile
In più, troverete anche un bel libretto illustrativo, tutto a colori, ricco di immagini e piuttosto chiaro, anche se in giapponese. Complessivamente il primo impatto è ottimo, tutto solidamente imballato e ordinato.
00 GUNDAM “SEVEN SWORD”
Bandai ha impugnato lo scalpello e saputo donare forme intriganti all’ennesimo Gundam proveniente dal mondo dell’animazione: da qualunque punto lo si osservi, questo modello si rivela un gioiello di design che trasuda eleganza, cattiveria e modernità da tutti i pori. Lo sculpt generale è mozzafiato, quel suo continuo rincorrersi di solchi, rilievi e linee ora decise, ora sfuggenti, ne fanno un oggettino davvero curato e carico di personalità, ma piuttosto lontano da richiami ai Gundam più classici come il leggendario RX-78, come avrete probabilmente appreso se avete dato una sbirciata alle foto di corredo. Pertanto, non aspettatevi il ricorso ad un design semplice e pulito, tutt’altro, qualcuno potrebbe trovarlo fin troppo elaborato, per non dire caotico seppur fedele all’anime. Il livello di dettaglio, in particolare, è assolutamente sopra le righe, con decals, scritte e markerizzazioni che hanno del microscopico e tutta una serie di soluzioni tecniche semplici, ma allo stesso tempo funzionali e mai fini a se stesse. L’esempio più lampante di quest’ultimo concetto, lo si evince già dalla scelta dei materiali di costruzione, o, più precisamente, nella loro distribuzione: in 18 cm di altezza (è infatti concepito nella classica scala 1/100) è concentrata una massa circa di 340 grammi, montato anche tutto l’arsenale a disposizione (con la Buster Sword l’altezza complessiva aumenta di un paio di cm). Non è così leggero come si poteva pensare, e il ricorso a leghe metalliche è stato centellinato in molte aree cruciali, tanto che si può benissimo parlare di un frame interno e relativi snodi quasi completamente in metallo - ma anche piedi, parte del busto a vista e altri motivi estetici, specialmente negli arti inferiori - a cui è stata montata una corazza in plastica. In realtà, a quest’ultimo proposito Bandai ha più volte parlato di un non meglio precisato “materiale ibrido”, molto probabilmente riferendosi all’abbinamento della plastica con gli altri materiali utilizzati, come la gomma per le mani, tuttavia non è detto che non si riferisca proprio al ricorso a plastiche particolari. In ogni caso quello che posso dirvi è che codeste parti sono davvero solide, verniciate con cura certosina e abbastanza resistenti alle graffiature (porterò comunque alla vostra attenzione la presenza di un paio di punti delicati). Davvero notevole la conseguente quasi inesistenza di segni di stacco da sprue e l’abilità nel camuffare inestetismi come viti e similia.
La funzionalità a cui facevo cenno poc’anzi è presto spiegata: concepito in questo modo, lo 00 Gundam “Seven Sword” è dotato di posabilità e stabilità eccellenti: le combinazioni possibili sfruttando la grandissima quantità di snodi (tutti ad attrito) sono impressionanti, e le pose anche più estreme e bellicose sono supportate dall’ottimale distribuzione dei pesi. Da questo punto di vista è un modello davvero riuscito, come è giusto che sia, vista l’enorme esperienza di Bandai in materia gundamica, che spazia dai noti model kit ad una enorme pletora di modelli come i già citati GFF Metal Composite, i Metal Material e così via.
Andiamo nel dettaglio: per quanto riguarda la testa, essa può effettuare una rotazione completa di 360°, può essere inclinata più che discretamente verso l’alto, il basso e anche leggermente in senso laterale; tutto ciò è reso possibile dalla presenza di due micro-snodi che costituiscono la parte interna del collo. Vi consiglio di manipolare con cura questa parte, non perché sia particolarmente delicata, ma, viste le numerose “corna” e sporgenze appuntite che possono anche cozzare tra di loro, meglio evitarsi fastidiosi episodi. Discorso particolare meritano le spalle: permetterebbero alle braccia estensioni laterali e movimenti completi per avanti-alto-dietro, ma esse devono sobbarcarsi l’ingombrante presenza dei moduli GN-Drive posti proprio sopra di esse. Queste due vistose protuberanze coniche rappresentano dei potentissimi generatori perpetui d’energia, ed ostacolano la corsa delle braccia verso l’alto. Tuttavia, essi sono posti su un’impalcatura parzialmente metallica che ne permette lo spostamento all’indietro tramite una rotazione, così da liberare i movimenti degli arti superiori, senza sacrificare granchè l’estetica. Anzi, forse arricchendo ulteriormente il sapore hi-tech che pervade il mecha design e che personalmente adoro. Questa zona nasconde anche un altro paio di chicche, ma ve le lascio scoprire da soli: se siete appassionati della serie, o di Gundam in generale, apprezzerete certi dettagli.
Molto interessante la concezione di gomiti e ginocchia, che presentano due snodi consecutivi ciascuno per poterli piegare in misura apprezzabilissima (le seconde anche fino a 180°), e buona anche la resa estetica della parte metallica satinata che riaffiora effettuando tali pieghe, che si integra perfettamente con le tinte bianche, blu e rosse delle parti in plastica. Braccia e cosce godono anche di rotazione laterale per metterle di profilo, un po’ limitata nel caso degli arti inferiori, ma comunque discreta. Altro piccolo, ma non scontato dettaglio lo ravvisiamo al livello dei polsi: l’aggancio delle mani avviene prevedibilmente utilizzando un piccolo snodo a sfera, che garantisce già una buona mobilità, ma appena prima di esso è possibile inclinare di pochi gradi tutto l’apparato polso-mano, cosa che in sé non sarebbe di sicuro trascendentale, però fa parte di tutta una serie di accortezze che impreziosiscono non poco il modello e lo rendono qualcosa di più del “solito Gundam”.
Passando al busto, esso è piuttosto ben articolato e dotato di buona mobilità, ma proprio qui ravviso una delle poche potenziali pecche del modello: se ci fate caso il bacino è attaccato all’addome solo tramite un piccolo perno, presumibilmente di metallo, che è anche il responsabile di una rotazione estremamente ampia (forse di 360°, ma non ho voluto approfondire questo dettaglio inutile, anche perchè ad un certo punto si avverte una piccola resistenza). Ebbene, potrei sbagliarmi, ma non mi ispira una sensazione molto tranquillizzante il sapere che è grazie ad un perno di un paio di millimetri di spessore che il nostro Gundam non decide di dividersi in due parti, laconicamente mai più assemblabili… Comunque ribadisco, sto parlando di una sensazione, il mio modello è stato strapazzato per bene ed è come nuovo, ma per sicurezza vi consiglio un’azione attenta qualora decideste di ruotare il bacino, non si sa mai. Attenzione anche ai possibili sfregamenti tra jet pack e parte posteriore del gonnellino generabili dalla mobilità in avanti/dietro del torace.
Appena più sotto troviamo per l’appunto il classico gonnellino: diviso in quattro parti, due laterali, una anteriore e una posteriore, le prime tre mobili per non intralciare i movimenti degli arti inferiori. In prossimità della porzione anteriore, troviamo l’ennesima chicca: è possibile operare un’estrazione verso l’alto per aumentare ulteriormente l’estensione dei movimenti delle gambe, così da poter permettere anche la seduta o movimenti iper-dinamici, da studiare magari sfruttando il bellissimo stand compreso nella confezione. Notare che la mobilità delle gambe è comunque eccellente già di suo, con una leggerissima tendenza alla divaricazione quando il mecha è in assetto guerrafondaio e armato di tutte le sue spade. Le ampie escursioni possibili a livello delle anche sono supportate ad hoc da un sistema piedi-caviglie realizzato in modo impeccabile (sono sempre ben piantati a terra anche in pose estreme), con tallone e resto della pianta separati. I piedi sono in metallo, attenzione alla possibili perdite di vernice di pianta e tallone se sfregati su superfici non adeguate.
Come già detto, tutti gli snodi sono ad attrito, ma l’assenza di quelli a scatto è giustificata dalla massa relativamente leggera a cui si deve dare una posa e dalla comunque solida consistenza di quelli utilizzati. Pertanto, anche se forse almeno per le braccia si poteva osare qualcosina di più vista la presenza di un paio di accessori di una certa consistenza, come la Buster Sword o le GN Swords unite tra loro, mi sento ragionevolmente fiducioso in una tenuta anche a lungo termine di questi punti.
Con tutte queste possibilità funamboliche lo 00 Gundam sembrerebbe poter combattere come pure scegliere di danzare, ma trattasi comunque di danza mortale: una volta assemblate le famose “Sette Spade”, lo stesso Gundam appare così tagliente e appuntito da sembrare un’implacabile, vistosissima arma. Meraviglioso.
EQUIPAGGIAMENTO “SEVEN SWORD” E ACCESSORI
Quando estrarrete il vostro Gundam dal suo sarcofago di polistirolo, lo troverete in modalità “00” classica, ovvero privo di quelle armi con relativi supporti che ne caratterizzano la variante “Seven Sword”. Essa prevede l’equipaggiamento con i seguenti strumenti bellici:
- GN Short Sword: questa spada corta va montata nella parte sinistra del gonnellino. E’ anche trasformabile in arma da fuoco, estraendo l’impugnatura dall’elsa, comprensiva di coprimani.
- GN Long Sword: spada lunga che va montata nella parte destra del gonnellino ed è trasformabile esattamente come la precedente. Inoltre le due spade possono essere unite per formare una sorta di alabarda piuttosto lunga e vistosa.
- GN Katars: queste due lame verdeggianti vanno montate nelle apposite ginocchiere, che a loro volta si agganciano alle gambe del mecha mutandone profondamente il motivo estetico degli altrimenti monocromatici arti inferiori (quasi completamente bianchi). Una volta staccate dal supporto, per inserirle nella coppia di mani dedicate si deve prima estrarne l’impugnatura.
- GN Sabers: due spade laser di colore rosato. Le else sono situate nella parte posteriore del gonnellino, mentre le “lame” vanno attaccate a parte.
- GN Buster Sword II: sicuramente il congegno più vistoso ed eccentrico di tutto l’equipaggiamento, è in sostanza un’enorme arma polivalente agganciata all’altezza della spalla sinistra e che si sviluppa fino a terra. Può effettuare una trasformazione difensiva per estendersi in tutte le direzioni di qualche millimetro, e va quindi montata su uno degli avambracci per diventare uno scudo, oppure una trasformazione offensiva, nella quale diventa un spadone veramente enorme, non so quanto coerente con lo spirito “real robot” che dovrebbe caratterizzare un Gundam, ma sicuramente d’impatto, su questo non vi è dubbio…
Tutti gli accessori sono realizzati con le stesse plastiche e la cura maniacale che caratterizza il robot principale, ed è davvero un piacere scoprirne i segreti e le mille possibilità. Devo annotare, tuttavia, una fastidiosa tendenza delle due GN Swords a staccarsi un po’ troppo facilmente dalle loro sedi quando sono a riposo, forse era il caso di rendere più affidabile l’aggancio al gonnellino, ma intendiamoci, non si staccano comunque da sole, state tranquilli. Inoltre, la Buster Sword è molto pesante in proporzione alla massa del modello, pertanto tende a sbilanciarlo: molto leggermente quando montata sulla spalla, mentre invece in modalità spadone è difficile accennare pose plastiche senza utilizzare il piccolo stand inserito appositamente.
E a proposito di stand… ve ne è anche uno molto più grande e davvero bello concepito per far svolazzare il nostro Gundam spadaccino: si può regolarne angolatura ed estensione in tre punti diversi, ed è anche molto carino esteticamente dal momento che richiama colori e motivi del soggetto principale. Accessorio molto gradito e ben realizzato!
Purtroppo assente il modulo O-Raiser, navicella agganciabile (previa opportuna trasformazione) allo 00 Gundam per aumentarne esponenzialmente le prestazioni. L’evoluzione 00-Raiser è ancora più articolata esteticamente, quasi esagerata se vogliamo, e il motivo per cui non uso il condizionale, bensì l’indicativo è semplice: un modulo O-Raiser con GN Sword III per la linea Metal Build esiste… ma purtroppo è un’altra delle sempre più frequenti e fastidiose esclusive Tamashii Web Shop, pertanto dedicata unicamente al mercato orientale e disponibile su preventiva ordinazione. Ergo: se lo vorrete acquistare ora, preparatevi ad un esborso, alimentato da speculazioni, effettiva difficoltà di reperibilità e necessità di passaggi intermedi, grossomodo pari a quello del modello principale. Quindi naturalmente troppo per un singolo accessorio, per quanto importante e consistente, peccato.
CONCLUSIONI
Decisamente un esordio eccellente per la linea Metal Build. Un gioiellino che si incastra divinamente in questo 2011 così ricco di uscite importanti, eppure forse proprio per questo rischia di non attirare le meritate attenzioni su di sé. E sarebbe un peccato perché è un modello a mio avviso spettacolare: iper-posabile, stabile, costruito con cura maniacale e materiali di qualità (compresa una discreta quantità di metallo), ricco di accessori e praticamente esente da difetti rilevanti. Lo consiglio vivamente a chiunque apprezzi i gokin ben concepiti e realizzati, amanti o meno di Gundam. Indubbiamente, come già detto, è caratterizzato da un’estetica particolare che qualcuno potrebbe trovare troppo caotica o asettica, ma in tal caso vi consiglio comunque di dargli una chance e cercare di vederlo dal vivo: vedrete che le linee e i colori assumeranno una pulizia inaspettata, dopodiché, naturalmente, de gustibus non disputandum est.
Importato direttamente in Italia da Cosmic Group, lo 00 Gundam “Seven Sword” viene venduto a circa 110-120 euro, e per una volta mi sento di dire che ci stanno tutti, anche se l’assenza del modulo O-Raiser - esclusiva TWS - è un neo un po’ fastidioso. Proprio in questi giorni è stata annunciata una ulteriore versione, questa volta comprensiva del suddetto modulo, ma trattasi a tutti gli effetti di uno 00 Gundam tendente al rossastro (versione Trans-AM, una sorta di “power up”), quindi non so quanto possa interessarvi. Anche perché è anch’essa un’ennesima esclusiva Tamashii…
Questo è quanto e spero di avervi invogliato all’acquisto di questo bellissimo Gundam, perché merita davvero. Un saluto a tutti e un ringraziamento particolare a Shin e Koji77 per la loro disponibilità nel fornirmi informazioni tecniche o inerenti all’universo di Gundam. Alla prossima
Marco “Guitar Hero78” De Bon
(le foto sono state realizzate dall'autore dell'articolo)
|