Bandai Soul of Chogokin gx-60 Godsigma by Mazingetter

Marzo 1980: Tokyo 12 Channel trasmetteva per la prima volta la serie tv in 50 episodi Uchu Taitei Goddo Shiguma (God Sigma, l’imperatore dello spazio), anime che, ambientato nel 2050, si snoda attraverso le imprese firmate nella lotta per la difesa della terra dal popolo invasore alieno degli heldiani, dal gigante di acciaio (altezza 66 metri) God Sigma, enorme automa formato dalla combinazione di 3 robot antropomorfi ispirati a cielo, mare e terra: Kuraioh (Tuono), Kaimeioh (Nettuno) e Rikushinoh (Terremoto). Un anno più tardi l’anime raggiungeva i nostri lidi segnando i ricordi d’infanzia di un’intera generazione, non tanto per una trama a dire il vero nel complesso abbastanza banale e noiosa, quanto per l’indubbia bellezza dei mecha che lo caratterizzano e la suggestività della loro combinazione in God Sigma, magistralmente riprodotta in uno dei più famosi godaikin dell’epoca, giocattolo tra i più ambiti di quel periodo e per il quale a più di uno di noi sarà certamente capitato di pregare innumerevoli volte il papà o la mamma a turno perché aprissero il cuore, ma soprattutto il portafogli, alle richieste del loro pargoletto implorante.
Luglio 2011: a distanza di 31 anni e spiccioli in pochi avrebbero mai immaginato che due pezzi da novanta come Daltanious e God Sigma, dopo anni di vacche magre (almeno per noi italiani) sarebbero stati riprodotti in versione Soul of Chogokin come modelli consecutivi nell’arco di appena 3 mesi. Aggiungiamo pure che nel bel mezzo di queste due produzioni CM’S Corporation ha dato il suo contributo con la commercializzazione del Jeeg per la serie Brave Gokin. Credo che alla luce di quanto appena scritto il 2011 possa essere considerato a ragione e senza tema di smentita sin da adesso un anno d’oro per i chogokin, almeno per gli appassionati del bel paese. Ma è tutto oro ciò che luccica? Bandai ce l'avrà fatta con questo modello a fugare le perplessità suscitate da alcune (seppur apprezzatissime) recenti release della serie Soul of Chogokin? L'imperatore dello spazio sarà anche l'imperatore dei chogokin? Lette le relative recensioni del Daltanious e del Jeeg CM'S non resta che farvi la vostra idea sull’ultimo arrivato in casa Soul of Chogokin, il controverso gx-60, modello sul quale si sono scritti fiumi di parole sul nostro forum e che, come sempre, anche stavolta non è riuscito comunque a mettere tutti d’accordo. Come al solito l’augurio è che le mie considerazioni possano guidarvi obiettivamente e correttamente nelle vostre valutazioni e nell’eventuale acquisto. Avanti dunque con l’ultimo mostro sacro dell’animazione robotica giapponese: ”Combinazione sigmaaaa!!!”.

La scatola
Già la confezione denota, sia per dimensioni (44 x 30 x 16 cm) che per pesantezza (2190 grammi) un contenuto decisamente sontuoso, degno dunque di un vero imperatore. L’artwork è come al solito ben curato seppur non eccezionalmente suggestivo, sull’anteriore l’immagine del robot assemblato, a destra, è affiancata a sinistra, contornato da fulmini, dal quadretto di gruppo Kuraioh, Kaimeioh e Rikushinoh, ciascuno dei quali nell’atto di brandire una delle relative armi in dotazione. In basso a sinistra il nome del robot ed il relativo codice. Dallo stesso lato, in alto, l’abituale logo Soul of Chogokin e della serie nonché della casa di produzione dell’anime. Sul retro la spettacolare immagine centrale dei 3 robot in fase di combinazione è contornata, a sinistra dai riquadri illustranti questi ultimi e le armi in dotazione a ciascuno di essi e, a destra, dalle foto che mostrano gli accessori ed i gimmicks del God Sigma nonché l’abituale basetta portaccessori. Tutte queste immagini, in combinazione variabile, sono riproposte sulle 4 superfici laterali del box.

Il contenuto
Come da tradizione, anche in questo caso Bandai ha posto una grande attenzione nella cura del packaging. Nella scatola troviamo un grande contenitore in polistirolo e, al di sopra di esso, due blisters di plastica trasparente e l’abituale libretto illustrativo. Vediamo nel dettaglio come i suddetti si compongono:
- il contenitore in polistirolo è chiuso da un grande cartoncino, mantenuto in posizione da 4 larghe strisce di scotch che lo bloccano per tutto il suo perimetro. Rimosso questo tappo lo spettacolo che si presenta agli occhi è decisamente invitante, anche in questo caso infatti le nicchie in polistirolo sono contornate da una maschera di cartoncino colorato in classico stile vintage con su riportati i nomi dei mecha e degli accessori in corrispondenza dei relativi alloggiamenti nonché il logo dell’anime e, ovviamente, quello della serie Soul of Chogokin. Tutti e 3 i robot sono accolti in bustine di plastica trasparente, ciascuno a sua volta con gli avambracci foderati da sacchettini di plastica per evitare contatti indesiderati con il tronco. Centralmente, nella parte alta, con mani chiuse a pugno preapplicate, è stato piazzato Tuono, assicurato in posizione da due stecche di polistirolo, rispettivamente all’altezza del torace e delle ginocchia. Nettuno e Terremoto sono stati invece accolti nella parte inferiore del contenitore, rispettivamente a sinistra ed a destra, bloccati in sede da un’unica grande stecca comune di polistirolo all’altezza del torace e due stecche separate in corrispondenza delle gambe e con un paio di mani aperte preapplicate. Negli altri alloggiamenti, anch’essi rivestiti da buste di plastica, troviamo gli avambracci del God Sigma (per questi non c’è finestrella sulla maschera di cartoncino e si trovano ai lati delle gambe di Tuono), la spada di God Sigma (alla destra di Tuono), la spada di Tuono (alla sua sinistra), l’arpione squarciante (water gun) di Nettuno (alla sua destra) ed il fucile a trapano di Terremoto (alla sua sinistra).
- Il più grande dei blister, largo e lungo quanto il contenitore di polistirolo, contiene invece: le 6 parti di plastica nera con cui comporre lo stand portaccessori, l’arco e la relativa freccia (kuurai kyuu) di Tuono, un paio di cannoncini intercambiabili sulle spalle di Tuono (per il lancio del colpo di tuono), il maglio gigante (rikushin hammer) di Terremoto, un paio di funi con rampini (double chains) per Nettuno, la grande ala (che compone pettorina ed ali del God Sigma), 2 supporti di plastica trasparente per la composizione di una basetta in grado di accogliere in alternativa la grande ala o le parti intercambiabili/removibili (snodi ginocchia e cannoni sulle spalle di Tuono), l’adattatore per simulare l’estrazione della spada dalla grande ala.
- Il blister più piccolo è incassato al di sotto di quello grande ed accoglie esclusivamente le mani intercambiabili dei 3 robot piccoli e del God Sigma, per la precisione: un paio per l’impugnatura dell’arco e della spada per Tuono, due paia a testa (chiuse a pugno e per l’impugnatura delle armi) per Nettuno e Terremoto, 3 paia per il God Sigma (chiuse a pugno, per l’impugnatura della spada e dello scudo ed a palmo aperto con dita semiflesse).
- Il libretto di istruzioni è come al solito completo, ricco di informazioni sulla serie tv, con riferimenti anche al modello vintage, belle illustrazioni ed istruzioni chiare ed esaurienti supportate da disegni tecnici (sembra ormai una sfortunata, infelice parentesi del passato quella delle foto a supporto delle istruzioni nei modelli del trio Tobikage).

 

 


Mazingetter

(le foto sono state realizzate da SHIN)

 

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