Bandai Soul of Chogokin gx-60 Godsigma by Mazingetter

I moduli - Page 2

1-Tuono (Kuraioh)
Altezza 210 mm, peso 368 grammi. Il componente principe del God Sigma è costituito da metallo a livello di coscia, articolazione della spalla, sistema articolare dell’anca, supporto articolare della caviglia, inserti neri nella parte superiore della gamba e parte esterna dell’articolazione del ginocchio (quella che poi andrà a formare l'articolazione dell'anca del God Sigma), tutto il resto è in plastica. La veriniciatura è assai ben curata, se dovessi citare difetti sotto questo aspetto avrei seri problemi a trovarne. Dei tre componenti è quello visibilmente più penalizzato dal punto di vista estetico dal momento che le necessità di trasformazione hanno reso necessario riprodurlo con sproporzioni abbastanza vistose di alcuni segmenti corporei, in primis le gambe, decisamente sovradimensionate rispetto al resto del corpo e con aspetto quindi simil-elefantiasico. Quanto a mobilità la caviglia, ad attrito, ha discreti movimenti di inclinazione laterale, flessione nulla ed estensione estrema (necessaria per effettuare la trasformazione) così da scoprire la gamba liberandola per l’aggancio. I piedi possono essere sganciati per permettere, dopo la trasformazione, l’esposizione del God Sigma in alternativa senza di essi o con la bruttura di questi ultimi appesi al di dietro della parte superiore della gamba (secondo la più estremista mentalità ispirata alla dottrina dell'“all in one”). Bella la possibilità di alloggiare all’interno dei piedi di Tuono gli avambracci del God Sigma con un semplice sistema ad incastro simulando così nel modo più fedele possibile quanto visto nell’anime. La flessione delle ginocchia (anch’ esse ad attrito), è modesta e non supera i 45 gradi. Le anche hanno discreta abduzione e modesta rotazione, buone escursioni in flessione ed estensione, tutti movimenti governati da un sistema a resistenza. Le spalle, a scatto, ruotano a 360 e si abducono a 90 gradi, non hanno la possibilità di piegarsi in avanti o estendesi indietro. Gli avambracci ruotano completamente poco al di sopra dello snodo del gomito il quale, a scatto, consente flessioni non superiori ai 90 gradi. La testa, regolata da una articolazione a sfera, ruota a 360 gradi, ha modesti movimenti di flessione e discrete escursioni in estensione. Queste ultime sono consentite da un sistema localizzato alla base della testa. Qui la parte dello snodo che ne costituisce la femmina è articolata alla zona posteriore della testa ed è parzialmente mobile. Questa cosa, oltre a permettere l’estensione, consente di allungare il collo di Tuono (e soprattutto di God Sigma) di quel mezzo centimetro che nel robot assemblato risulterà di importanza fondamentale per non dargli un aspetto eccessivamente incassato tra le spalle. La trasformazione è veramente semplice ed intuitiva, se non altro perché scorre via in modo regolare ed assolutamente fedele all’anime. Per effettuarla è necessario “svuotare” ginocchio e coscia dallo snodo che le articola tra loro, operazione elementare, resa possibile dalla semplice digitopressione di un tastino posto sulla faccia posteriore della coscia. Ma la cosa più stupefacente è l'originalità del sistema articolare dell’anca del God Sigma, costituito da quella parte metallica, esterna, dell'articolazione del ginocchio di Tuono (priva di funzionalità in tale modalità) che si libera nei suoi movimenti con la rimozione dei blocchi articolari del ginocchio di quest'ultimo. E’ questa, probabilmente, la vera chicca tecnica del modello, l’aspetto che suscitava gli interrogativi di molti e su cui si potevano nutrire dubbi, se non altro relativamente al grado di mobilità che un sistema articolare con determinate necessità tecniche avrebbe potuto avere. Ed ancora una volta Bandai ha fatto centro fugando tutte le perplessità in materia e stupendoci in positivo. Sufficiente la dotazione in mani (un paio di pugni chiusi ed un paio di mani per l'impugnatura delle armi), accettabile l'arsenale (spada ed arco con freccia). Si segnala un unico, neanche troppo appariscente, segno di distacco dalle sprue sull'arco.

2-Nettuno (Kaimeioh)
Alto 195 mm per un peso di 325 grammi, Nettuno presenta nei piedi, nel sistema articolare di anche e spalle e nella struttura alla base del collo (che andrà poi a supportare l’articolazione del ginocchio del God Sigma) le uniche parti in metallo. La verniciatura è complessivamente molto buona, l’azzurro, di colore tenuemente metallizzato e senza particolari differenze tra parti in plastica ed in metallo, è forse leggermente troppo chiaro rispetto a quanto visto nell’anime, ma il difetto è tutto sommato modesto. Piacevole la realizzazione, in alcuni punti, di pannellature che ne aumentano il dettaglio, anche a livello della pianta del piede nella cui zona posteriore sono state riprodotte le bocche dei reattori. Curioso, ma nel complesso piacevole, l’aspetto in stile “catarifrangente” dell’inserto rosso sul petto, in parte ripreso in Terremoto. Ottima la sensazione relativa alla cura dei dettagli, non ho notato, almeno su di esso, alcun segno di distacco di sprue nonostante le molte parti in plastica. La posabilità è complessivamente accettabile e supportata da una articolazione della caviglia ad attrito con ottime escursioni laterali ma totalmente incapace di movimenti di flesso-estensione. Il ginocchio, a scatto (un solo scatto a dire il vero), non si flette oltre i 30 gradi e l’anca ha movimenti modesti in rotazione ed un po’ più ampi in abduzione (tali se non altro da non vanificare le buone inclinazioni delle caviglie). Il tronco non è articolato mentre le spalle, ad attrito,  ruotano a 360 e si abducono a 90 gradi. Gli avambracci sono liberamente ruotabili al di sopra dell’articolazione del gomito la quale, ad attrito, permette invece flessioni pari a 90 gradi. I polsi sono regolati da snodi a sfera, lo stesso dicasi per la testa la quale presenta totale libertà di movimento in rotazione e possibilità limitate in flesso-estensione. La fedeltà alla controparte animata è globalmente abbastanza buona, uniche pecche, dettate abbastanza chiaramente dalle necessità di trasformazione, le braccia troppo esili rispetto al resto del corpo (in qualche modo si doveva farle rientrare all’interno del tronco), ed i piedi forse sovradimensionati, soprattutto quando il modello viene osservato di ¾ o di profilo (pena avere un God Sigma “sogliola”). Soddisfacenti sia la dotazione in mani quanto l’arsenale (water gun e double chains erano quanto lecito attendersi  a meno di non proporre particolari effetti di laser/sparo più tipici dei SRC che non dei SOC). Le armi sono peraltro ben curate nella verniciatura, non hanno imperfezioni ne' segni di distacco da sprue. La conversione per la successiva trasformazione in God Sigma è semplicemente elementare e chi abbia visto la serie animata sarà in grado di praticarla senza la minima difficoltà ed evitando il supporto del libretto di istruzioni per un banalissimo motivo: è esattamente analoga a quanto visto nell’anime e rappresenta il primo, vero, grande punto di forza di questo modello. I rischi di sverniciatura sono peraltro minimizzati dall’intelligente impiego dei materiali nei punti di contatto/attrito (vedi la plastica di durezza intermedia delle piastre a protezione della testa), anche a livello degli spinotti di innesto (2 sull’interno piede sinistro ed 1 sull’interno gamba sinistra, un po’ troppo sporgenti a dire il vero). Un unico appunto: nella serie anime i 2 suddetti pannelli, fuoriuscendo dal torace e dalla schiena del robot, presentano lo stesso colore azzurro della sua livrea, in questo caso sono stati realizzati in plastica grigia, un peccato visto che soprattutto il posteriore, quando ripiegato sulla schiena del robot, si distacca cromaticamente da tutto il resto trasmettendo un contrasto complessivamente non piacevole seppur poco appariscente data la localizzazione. Un consiglio: quando assemblate il modello staccate la testa dei 2 robot che compongono le gambe (la cosa è facile, basta tirare), questo vi permetterà di eliminare possibili (seppur modesti) rischi di sverniciatura dettati, con le flessioni del ginocchio, dall’attrito tra le piastre e la testa (comunque minimizzati dal tipo di materiali scelti) e, per Nettuno, di rimuovere quelle antiestetiche antennine (intelligentemente realizzate in pvc morbido per ridurre i rischi di rottura accidentale) che altrimenti sporgerebbero alla base della coscia destra del God Sigma, il tutto senza inficiare minimamente la tenuta delle ginocchia, garantita esclusivamente da un sistema ad incastro in cui le teste dei robot non partecipano assolutamente.

3-Terremoto (Rikushinoh)
Per Terremoto valgono in linea di massima le stesse considerazioni, sia in termini di vernicitura quanto di posabilità, appena fatte per Nettuno. Alto 195 mm per un peso di 337 grammi è strutturalmente realizzato in modo analogo al compare controlaterale (stesse parti in metallo: piedi, articolazioni di anche e spalle e sistema articolare alla base della testa) fatta eccezione per l’aspetto esteriore anche se a onor del vero nel mio esemplare ho dovuto constatare una maggior resistenza del sistema telescopico per il rientro delle cosce nelle gambe al momento della trasformazione. Verniciatura anche in questo caso assai curata, lievissimamente metallizzata e priva di particolari pecche, senza significative differenze tra metallo e plastica. Il colore grigio della piastra sulla schiena, pur non essendo il massimo, in questo caso si armonizza con il nero del robot certamente più di quanto non avvenga sul Kaimeioh. Nessuna differenza in termini di movimento articolare rispetto a quanto già detto per Nettuno. Anche in questo caso considero nel complesso soddisfacenti tanto l’arsenale (peraltro ben curato in dettagli e verniciatura) quanto il numero di mani in dotazione, lo stesso dicasi per i difetti già citati (braccia esili e profondità eccessiva).

4-Grande Ala (Big Wing)
E' il jet che, lanciato dalla base di Trinity City, viene fatto decollare al momento della trasformazione del God Sigma di cui va a comporre il tronco (calando sul robot come una vera e propria armatura di potenziamento) e le ali. E' quasi totalmente in plastica, unica eccezione la sua parte superiore (quella che si va ad appoggiare sulle spalle del robot per intenderci). La sua conversione è semplicissima, è sufficiente allontanare le ali dalla superficie ventrale aprendo la cerniera che articola in due metà il piano per l'appoggio della pettorina sulle spalle. Le ali sono a scatto e posizionabili in 3 modalità differenti: allineate (assetto di volo della grande ala), rivolte in alto (come quando agganciate al robot) e rivolte in basso (movimento introdotto per consentire la posizione diametralmente opposta che, con l'abbassamento di una delle due, le ali vengono ad assumere al momento dell'estrazione della spada laser dalla grande ala). L'inserto azzurro tra le due ali è sganciabile e costituisce lo scudo usato nell'anime dal robot. Bello il dettaglio delle pannellature sulle superfici dorsali delle ali e degli sportellini apribili sul loro versante ventrale. La cura della verniciatura anche in questo caso è complessivamente molto buona anche se dispiace dover segnalare forse l'unica, vera imperfezione del modello, un paio di chiari segni di distacco da sprue sul margine inferiore dell'ala destra, presenti (ma meno evidenti) anche a sinistra.


Mazingetter

(le foto sono state realizzate da SHIN)

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