Bandai Soul of Chogokin gx-59 Daltanious by Mazingetter

28 Aprile 2011: finisce l’attesa pluriennale di moltissimi appassionati, finalmente il sogno di una intera vita collezionistica si concretizza e diventa realtà! Annunciato ufficialmente a settembre 2010, Bandai immette sul mercato per la serie Soul of Chogokin la riproduzione di uno dei robot anni 70 in assoluto tra i più attesi e noti in Italia, Daltanious. La serie anime Mirai Robo Darutaniasu (Daltanious, il robot del futuro), edita da Sunrise e Toei Animation, si compone di 47 episodi e, trasmessa in Giappone nel 1979, giunge in Italia 2 anni più tardi incantando molti bambini dell’epoca (tra cui il sottoscritto) con una trama avvincente e ricca di colpi di scena, peraltro affrontando temi non propriamente leggeri come quello dello sfruttamento dei cloni (definiti nella serie biodroidi) quali fonte di “pezzi di ricambio” per esseri occupanti posti di privilegio nella scala sociale. Inutile aggiungere che, tra tutte le recensioni che negli anni passati mi avrebbero potuto chiedere di scrivere, al primo posto avrei messo proprio quella che mi accingo a comporre, Daltanious infatti ha segnato profondamente la mia infanzia, dalla visione dell’anime al giocattolo componibile della Popy (a mio avviso il miglior vintage del settore mai prodotto) che con non pochi sacrifici economici i miei genitori riuscirono a farmi avere in più riprese, partendo da Beralios per finire con Gumper passando attraverso Atlaus. Tanti, tantissimi ricordi sono legati a questo mecha (personalmente superato, affettivamente parlando, solamente dal Grande Mazinga), e comporre la recensione di questa sua versione chogokin riveduta ed aggiornata va oltre il semplice dovere di cronaca, è per me un compito che mi accingo ad adempiere quasi con religioso rispetto, lo stesso con cui le mie tremanti mani hanno afferrato e successivamente aperto la scatola per scoprire, con gli occhi sognanti del bambino, le meraviglie in essa contenute………. tremate gente, sta tuonando un terribile ruggito, l’unico vero leone dell’animazione robotica giapponese si è risvegliato…..CROSS IN!!!

La scatola
Nonostante le ragguardevoli dimensioni del modello Bandai è riuscita a condensare il contenuto in spazi abbastanza ravvicinati, fortunatamente direi, visto che nonostante ciò la scatola è veramente molto voluminosa (40 x 30 x 19 cm). Prima nota positiva: la sensazione trasmessa quando la si soppesa è tutto sommato soddisfacente (la bilancia indica 2 Kg precisi). Seconda nota positiva: l’artwork sull’anteriore è assolutamente strepitoso e studiato per rievocare in più aspetti la scatola del vecchio Popy a partire dal nome del robot (riportato in basso a sinistra usando gli stessi caratteri) per finire con gli inserti di colore verde (molto belle le croci analoghe a quelle presenti in più parti sul robot come trama di fondo) che richiamano lo stesso colore dello sfondo della confezione del vintage. Sulla destra è raffigurato il robot assemblato e sulla sinistra i 3 mecha che lo compongono: il robot antropomorfo Atlaus (Antares in Italia), il leone meccanico Beralios e l’astronave da combattimento Gumper. Ad abbellire ulteriormente un quadretto già di per se accattivante, la presenza, come immagine di fondo, dei 3 componenti in fase di combinazione, una tra le più belle di tutti gli anime robotici, il famoso Cross In, meglio noto dalle nostre parti come Aggancio Totale. Il retro della scatola presenta lo stesso schema di base già proposto e collaudato con i precedenti gx, con la bella immagine centrale del nostro eroe nell’atto di brandire a braccia incrociate sopra alla testa la grande spada infuocata circondata da tutta una serie di inserti di contorno illustranti, a sinistra i 3 moduli ed i relativi gimmicks ed accessori, ed a destra le armi del Daltanious e la basetta portaoggetti in dotazione. Belli, sulle superfici laterali, i dati riportati come trama di fondo relativi ai dati tecnici del robot (altezza, peso, potenza, etc. etc.).

Il contenuto
Con la confezione siamo già partiti bene, ma quando la si apre si prosegue ancora meglio, e qui è il momento dei lacrimoni di commozione e nostalgia. Si rimuove il tappo di cartone e…… un applauso alla Bandai per la bellissima mascherina di cartoncino posta a contornare il contenuto degli alloggiamenti ritagliati nel grosso contenitore di polistirolo che occupa quasi per intero la scatola. Questa “vetrinetta”, con i suoi colori e con su riportati il logo della serie anime, i nomi dei vari componenti e degli accessori, è anch’essa un richiamo al giocattolo vintage, anche se la disposizione del contenuto è diversa. Dopo le uscite della serie Tobikage (i gx dal 54 al 56) avevo il fortissimo timore che anche questo Daltanious potesse subire lo stesso triste destino di un blister in plastica come contenitore, così fortunatamente non è stato, ma anzi il trattamento riservato è stato decisamente in guanti bianchi. Nel polistirolo trovano alloggio, rigorosamente protetti da bustine di plastica trasparente, Atlaus (in basso a sinistra e bloccato da una stecca di polistirolo), le due hand slicers (ai lati di Atlaus), il Delfighter (noto anche come delfino spaziale e posto sopra all’alloggiamento di Atlaus), Beralios (in basso al centro e assicurato da un stecca di polistirolo), la mitragliatrice sparante i missili dorsali applicabile sulla schiena di Beralios (sopra a Beralios), Gumper (in alto al centro e bloccato da 2 barrette di polistirolo) e la grande spada infuocata (a destra). La restante dotazione è contenuta in due grossi  blister di plastica trasparente impilati l’uno sull’altro entrambi di larghezza ed altezza analoga a quelle del contenitore in polistirolo ed accolti in un vassoio di cartoncino. Il primo contiene: le quattro parti di plastica nera per l’assemblaggio della basetta portaccessori, le due lame dei Gumper cutters, un piccolo perno per l’unione delle due hand slicers a formare il boomerang spaziale, 4 paia di punteruoli per la riproduzione dei pugni laceranti di Atlaus e, ciliegina sulla torta (annunciato da Bandai a soli 4 giorni dall’uscita del modello), l’accessorio per la simulazione dei raggi sigma con relativa asta e basetta d’appoggio. Nel secondo blister sono invece alloggiati: gli avambracci con un paio di pugni chiusi preapplicati e altre 3 paia di mani per il Daltanious (a dita estese, chiuse a pugno e forate per l’impugnatura della spada infuocata e chiuse e forate per l’impugnatura della balestra spaziale), la testa intercambiabile per la trasformazione in Daltanious (che in sua assenza rischierebbe di soffrire di microcefalia), le spalle upscaled da applicare sopra a quelle di Atlaus per renderle più proporzionate nel modello trasformato, un paio di cerchi laceranti, la lama cosmica, lo scudo protettivo e relativa impugnatura ed infine la balestra spaziale con le relative freccia ed impugnatura. Molto bello e ricco l’abituale libretto di istruzioni, con la cronistoria della serie animata, zeppo di immagini dedicate ai protagonisti della serie ed ai loro mecha e molto chiaro nell’illustrare la trasformazione (fortunatamente si è tornati ai buoni vecchi disegni tecnici dopo l’indigesta parentesi Tobikage delle foto in bianco e nero).

 

 


Mazingetter

(le foto sono state realizzate da SHIN)

 

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